Volendo, si può leggerla come una consolazione: oltre quattro italiani su dieci hanno un problema di peso. Dunque, non si è soli nella lotta con la bilancia! Però, aggiungono le fonti ministeriali nel dare le cifre, che il 32% della popolazione adulta sia sovrappeso e l'11% obeso non è buona cosa. Tanto meno quando si aggiunge che già un bambino su tre ha un peso superiore alle soglie raccomandate per l'età di appartenenza.
I chili in più, specie se molti, se durano nel tempo e se l'età avanza, possono essere fattori di rischio per ictus, infarto, diabete e altre patologie. Ci viene ripetuto di continuo, e lo ha stabilito a chiare lettere l'Associazione medica americana riferendosi in special modo all'obesità, che è anche stata definita una vera malattia in sé. Ma il limite tra sovrappeso e obesità dove si colloca e come si vede? Sono state approntate particolari misurazioni, facili da calcolare.
La sigla Imc sta diventando familiare. Tradotta, è l'Indice di massa corporea, che assegna un risultato di normalità tra 18,5 e 24,9 e di obesità di diversi gradi oltre il limite di 30. Per calcolarla occorre moltiplicare l'altezza per l'altezza, poi dividere il peso per il numero ottenuto. L'espressione è: Imc = Peso : (Altezza x Altezza). Un esempio: una persona alta 1,74 cm e con un peso di 60 kg avrà un Imc pari a 19,8. Dal valore 18,5 in giù si è definiti sotto peso. Sopra i 30 l'obesità viene distinta di prima, seconda e terza classe con l'aumentare del valore Imc.
Ma c'è un altro dato fondamentale da tenere presente: la circonferenza della vita. Perché, a parte i chili in eccesso, il grasso che si depone su addome, stomaco e pancia è pericoloso, mentre quello su glutei e gambe è antiestetico, ma non fa male. Va quantificato, dunque, il grasso viscerale in quanto per la previsione dei rischi cardiaci conta la distribuzione dell'adipe nel corpo: sono più esposti i soggetti "a mela", con accumulo di grasso viscerale (tipicamente maschile e nelle donne dopo la menopausa), meno esposti i soggetti "a pera" (tipicamente femminile). Tutto questo a parità di Imc.
Per uomini e donne sono stati fissati dei parametri precisi: un uomo non dovrebbe superare la circonferenza di 94 cm e una donna di 80 cm. Sforando oltre i 102 cm l'uomo e oltre gli 88 cm la donna si parla già di "rischio accentuato". Gli allarmi medici, sempre più severi sul grasso in eccesso, vanno ad aggiungersi alle preoccupazioni estetiche. Ma anziché entrare in ansia, meglio decidersi a tenersi un po' controllati a tavola e a fare un po' di movimento ogni giorno. Armati, ormai, nel controllo del peso non solo di una bilancia, ma anche di un metro. Di quelli flessibili, da sarta.
Se dieta deve essere, sia quella consigliata da un dietologo o un nutrizionista. In assenza di alterazioni metaboliche non sono necessarie esclusioni di particolari alimenti, ma è sufficiente seguire delle regole di sana e corretta alimentazione, prestando attenzione alla quantità dei cibi e ricorrendo, anche, ad alcune strategie per evitare gli eccessi e le tentazioni sempre in agguato.
Un decalogo può aiutare nel raggiungimento dell'obiettivo chili in meno:
- Pianificare i pasti prestando attenzione a non fare intervalli troppo lunghi tra l'uno e l'altro.
- Non saltare i pasti e gli spuntini di metà mattina e metà pomeriggio.
- Non lasciare cibo in vista, specie quello ad alto rischio di tentazione.
- Tenere porzioni di verdura già pulita in frigorifero per i momenti più critici.
- Fare porzioni piccole e servirsi di cibo solo una volta.
- Mangiare lentamente: bocconi piccoli e masticati a lungo.
- Evitare di acquistare cibi già pronti o precotti (ad alto contenuto di grassi) e prodotti in maxi confezioni, quali biscotti, bibite, snack dolci e salati.
- Non affidarsi alle diete di moda o al "fai da te", ma farsi seguire da un medico esperto.
- Pesarsi solo una volta alla settimana.
- Non dimenticare di fare ogni giorno almeno 30 minuti di attività motoria, aerobica. Basterà una passeggiata di mezz'ora, ma a passo sostenuto.
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